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sabato 3 aprile 2010

Quando la protesta fa cantare...

"È vero qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica, ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica. Tra un palo che cade ed un tubo che scoppia in quella bolgia s'accoppa chi sgobba e chi non sgobba si compra la robba e si sfonda finché non ingombra la tomba.." E' Caparezza (all'anagrafe Michele Salvemini), cantautore e rapper italiano (anche se mi verrebbe da dire pugliese per questione di feeling con la terra che ci accomuna).Ha scritto canzoni di protesta divenute presto note anche al grande pubblico.La citazione che ho riportato sopra è tratta da "Vieni a ballare in Puglia", singolo arcinoto del suo ultimo album, ormai risalente al 2008.
La canzone affronta il tema scottante dei caduti durante il lavoro, le cosiddette "morti bianche", in particolare in Puglia, con un velato riferimento a un grave incidente avvenuto alcuni mesi prima a Molfetta, città del rapper. Ma nella canzone sono toccati altri temi, ad esempio gli incendi nel Gargano del 2007, la grave situazione di inquinamento ambientale che affligge la città di Taranto, sede dell'area industriale più grande d'Italia(ILVA), e lo sfruttamento degli extracomunitari nei campi.

Il titolo è una dura provocazione, infatti con "ballare" CapaRezza intende "morire": lo si deduce dalle parole dell' introduzione, nelle quali recita che i delfini vanno a ballare sulle spiagge, gli elefanti in cimiteri sconosciuti, le nuvole all'orizzonte e i treni in musei a pagamento..Si deduce quindi che il cantante fa un atto di accusa molto forte nei confronti della propria amata terra.
Vedere un concerto in Puglia in cui tutti cantano questa canzone è commovente. Capisco che sembra paradossale ciò, ma il divertimento e l'allegria velano una certa indignazione.
La vittoria di Nichi alle ultime elezioni regionali, tiena aperta per noi pugliesi una porta e una speranza...
Se la protesta fa cantare, si continua a lottare..!!

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